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I PROTAGONISTI DEL SECOLO BIANCONERO.8

 

 Umberto Agnelli    

                                                                     

Umberto Agnelli,che nell’immaginario collettivo si identifica in maniera nitida con la semplice e nobile etichetta di “Il Dottore”,è il terzo rappresentante della Famiglia ad aver guidato la Juventus,dopo il padre Edoardo(1924/1934-35) e il fratello Giovanni(1947-48/1953-54).La sua gestione dura dal 1955 al 1962,per una stagione come commissario straordinario e successivamente con il ruolo di presidente,.Umberto Agnelli raccoglie l’eredità dell’Avvocato dopo il breve interregno della coppia Craveri-Cravetto,regalando subito alla squadra un tridente offensivo da sogno;accanto a Giampiero Boniperti,infatti,il Dottore colloca il fantasista argentino Omar Sivori e il gigante gallese John Charles,vale a dire la classe pura e la potenza estrema.A distanza di anni,questo è stato(e per ora) rimane l’attacco più forte che la Juventus abbia mai esibito nella sua storia ultracentenaria.Non a caso,arrivano tre scudetti nel ’58,’60,’61 e due Coppe Italia nel ’59 e ’60,non a caso la sensazione di dominio esercitata da quella Juventus riduce gli avversari quasi a comparse.Unico punto debole le competizioni internazionali,perché lo squadrone bianconero(allenato negli anni prima da Brocic,poi da Cesarini e infine da Parola)non riesce a conquistare nulla in Europa a dispetto di prestazioni esaltanti come la sfida contro il Real Madrid nel 1962,semifinale di Coppa dei Campioni: identico il risultato (1-0) dei match di andata e ritorno,fatale lo spareggio disputato a Parigi,dove l’arbitro francese Schwinte concede agli spagnoli qualsiasi angheria e poi si dimetterà per la vergogna.

Umberto Agnelli,pur abbandonando la carica di presidente a favore dell’onorevole Vittore Catella,continua a seguire da vicino la Juventus,come,del resto,fa suo fratello maggiore Giovanni.E la passione resta inalterata nel tempo,a prescindere dai risultati che portano i bianconeri sul tetto del mondo(la Coppa Intercontinentale  nel 1985) e ai margini dei grandi eventi,anche se con alcuni lampi nel buio,come la conquista della Coppa Uefa nel 1993.E’ un anno e mezzo dopo quel successo che il Dottore torna,sia pure mantenendo il ruolo istituzionale di presidente onorario,a gestire direttamente la società.Al vertice del club insedia il suo gruppo dirigente,tre uomini di assoluta fiducia che ricostruiscono la Juventus dalle fondamenta e garantiscono un’impronta complessivamente avveniristica. Sono Antonio Giraudo,Roberto Bettega e Luciano Moggi ai quali va aggiunto Marcello Lippi,l’allenatore,che da semplice scommessa,diventa ben presto protagonista.Lo strappo tra passato e presente si avverte molto con l’avvento di Umberto Agnelli,che dà connotazioni manageriali al club.Per la prima volta,ad esempio,la Juventus S.p.A. paga un dividendo,mentre proprio sotto il suo impulso prende corpo il progetto di costruire una cittadella bianconera sulla scia delle grandi società straniere,in particolar modo quelle inglesi e spagnole.Poco incline alle interviste ma inamovibile dalle sue posizioni,spesso asciutto nelle frasi consegnate a taccuini e telecamere,il Dottore è sicuramente un decisionista.Dalla vicenda della cessione di Roberto Baggio al rinnovo del contratto di Alessandro Del Piero,è stato sempre lui ad impartire la linea politica,persino a costo di diventare impopolare.La sua presenza allo stadio,per le partite in casa,è scontata,il suo perfezionismo proverbiale. Da raffinato tifoso e buon intenditore,vorrebbe sempre di più.Il “non accontentarsi mai” è una regola di vita e di sport dalla quale non si sente di prescindere.

   

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