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STILE JUVENTUS. 52

Il messaggio di Mariella
Scirea alla curva
Mariella Scirea ha inviato una lettera al quotidiano “La
Stampa” pubblicata sull’edizione del 4 dicembre scorso e che vuole essere un
invito alla curva che porta il nome dell’indimenticato Gaetano a comportarsi
con civiltà.
SE CHIAMARSI CURVA SCIREA HA UN SENSO
Sabato sera ci sarò anch’io, allo stadio Olimpico. Mi
auguro che Juventus-Inter possa essere una partita corretta in campo e piena
di buon senso fuori, sugli spalti. Poi, naturalmente, vinca il migliore…
Gaetano era contro ogni tipo di offesa: al colore della
pelle, ai morti, alle persone, fossero avversari o mamme di avversari. Ho
fiducia nei nostri tifosi, ho fiducia nella volontà di essere superiori agli
istinti più bassi e, magari, alle provocazioni più alte …
Gli stadi non saranno teatri, ma non devono neppure diventare chiaviche. Una
curva che porta il nome di Gaetano Scirea dovrebbe essere doppiamente
impegnata a portare avanti una battaglia che, senza demagogia, abbia come
obiettivo l’intento collettivo di cancellare i cori trucidi e volgari.
Tutti: senza distinzione.
Perché sì, chiamarsi curva Scirea significa un privilegio
e una responsabilità. Mio marito aveva una concezione del calcio
assolutamente fuori del comune. Lo viveva senza l’isteria che, oggi, sembra
diventata parte preponderante e fissa del sistema.
Il 3 settembre sono stati vent’anni dalla scomparsa di Gaetano, e i tifosi
continuano a essergli e a essermi molto vicini, nel ricordo e nell’affetto.
Ecco: proprio per questo, non vorrei mai chiedermi se valga ancora la pena
che la curva porti il suo nome. Fermo restando che l’inciviltà sportiva di
molti italiani non nasce negli stadi, ma negli stadi arriva.
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