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Juveteca -Anno VII (2010)

 

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STILE JUVENTUS.61

Nove sconfitte subite a tavolino.

Perdere a tavolino. O vincere. O retrocedere. O diventare campioni d'Italia. Sempre, qualcosa di strano, di anomalo rispetto al risultato ottenuto in campo. Prima dell'assurda vicenda di Calciopoli, che ha riscritto l'albo d'oro del nostro calcio, anche alla Juventus è accaduto di perdere (e vincere) per decisione del giudice sportivo. L'ultimo episodio è della Coppa Uefa 1994-1995, allorché l'attaccante Mitharski del Cska Sofia fu schierato per errore, cosicché il 3-2 dei bulgari ai danni della Juve di Lippi fu trasformato dall'Uefa in 0-3. In serie A, invece, l'ultima volta è del campionato 1987-88: finita 2-1 al Comunale, Juventus-Cesena fu consegnata definitivamente agli archivi con lo 0-2. Perché? Per un petardo che colpì al rientro negli spogliatoi per l'intervallo il mediano romagnolo Sanguin, ricoverato poi in ospedale e sostituito da Angelici. Cancellati la doppietta di Brio e il gol di Rizzitelli, Boniperti su tutte le furie con l'arbitro - il barese Romeo Paparesta, padre di Gianluca, arbitro anche lui ma più quotato fino a ricevere la qualifica di internazionale - reo di aver testimoniato all'episodio, e con i dirigenti del Cesena, uno dei club satelliti dei bianconeri.

Ma lo 0-2 più amaro, senza tornare al 1961 quando fu poi revocato, è del primo maggio del 1983. Si gioca Juventus-Inter, non vale per lo scudetto ma sa suscitare sempre emozioni fortissime. All'arrivo al Comunale, il pullman nerazzurro viene accolto dal lancio di sassi da parte di un gruppo di teppisti. Un mattone sfonda il vetro e ferisce il centrocampista Giampiero Marini. L'Inter decide di rinunciare al giocatore e segnala il fatto all'arbitro, il friulano Barbaresco. La partita è tra le più belle della stagione, la Juve pensa già alla finale della Coppa dei Campioni contro l'Amburgo ed è molto svagata nel primo tempo, l'Inter sogna di raggiungerla al secondo posto (la Roma è ormai imprendibile) e in dieci minuti, dal 27' al 37', batte due volte Zoff con Altobelli e Oriali. In agguato, però, c'è sempre Platini, interista mancato, lanciato verso il primato degli uomini-gol. E' lui a ridare speranze alla Juve al 44'.

 L'Inter non si arrende, rieccola a segno con il tedesco Muller. Ma l'ultima mezz'ora è tutta della Juve: Trapattoni rinuncia a Rossi, prefe­rendogli Marocchino per allargare la manovra e consentire a Platini più libertà in area avversaria. Ed è lui a segnare il 2-3, poi tocca a Bettega,all’ultimo gol nel suo stadio,lui che era un raccatapalle ai tempi di Sivori e ora,a 33 anni,ha deciso di lasciare Torino per il Canada.Tre a tre,uno spettacolo dal sapore antico. Ma per il Giudice Sportivo la menomazione subita da Marini,sia pure non all’interno dell’impianto,è sufficiente per infliggere lo 0-2 alla Juve.Il ricorso del club di Boniperti sarà respinto dalla Caf,la Corte d’Appello Federale. Un mese più tardi,in Coppa Italia,la rivincita della Juve in semifinale: 2-1 a Torino e 0-0 a San Siro. E quel trionfo servirà a Trapattoni per scacciare gli incubi della sconfitta di Atene contro l’Amburgo e ripartire a caccia di un altro scudetto (il quinto in bianconero) e della Coppa delle Coppe.

 

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