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STILE JUVENTUS.67

Elkann annuncia il rilancio Juve
Modello Barcellona per il futuro
«Non cerchiamo soci, ma
più partecipazione dei nostri tifosi».
Verso l'aumento di capitale: «Pronti a sostenere il club»
Chiede pazienza e promette investimenti. Seppur deluso dai risultati
sportivi della sua Juve («Speravo in un anno diverso»), John Elkann rilancia
i piani bianconeri sulla falsariga del modello Barcellona. Che non è solo
Messi ma pure azionariato diffuso, coinvolgimento dei tifosi nella fruizione
del nuovo stadio - nella casa blaugrana i posti vengono acquistati e
trasmessi di padre in figlio -, partecipazione attiva alle iniziative del
club, fidelizzazione. «Un'idea che sta particolarmente a cuore a mio cugino
Andrea». Nonché uno dei temi emersi durante l'assemblea dei soci della Exor,
detentrice del 60% delle azioni juventine. «I prossimi cda della Juve
decideranno gli obiettivi - specifica Elkann - e se ci sarà bisogno di
sostegno, come Exor lo daremo». Ma l'era del mecenatismo è conclusa, il
futuro è un sistema ibrido: la Famiglia al centro della Juve e il tifoso
sempre più integrato nella vita anche economica del club. Più socio che
supporter.
Trattandosi di una società quotata in Borsa l'apertura al mercato già
esiste, l'obiettivo è potenziarla. In attesa che il progetto maturi (il
piano industriale guarda al 2014), la possibilità di aderire ad un aumento
di capitale è all'orizzonte, nonostante solo quattro anni fa ne sia stato
varato uno da 104 milioni. Dopo l'11 maggio, quando si terrà il consiglio di
amministrazione per affrontare i conti in rosso (si prevede una perdita
intorno ai 60 milioni), saranno messi in campo gli strumenti adeguati. «La
società ha lavorato quest'anno ad una campagna importante - ha aggiunto il
presidente Exor - e sta agendo per costruire una squadra con un'età media
più bassa e un impianto sportivo all'altezza del proprio passato e
soprattutto delle ambizioni. Le risorse per accompagnare questo sviluppo si
trovano, senza coinvolgere nuovi soci perché la Juve è importante per la
Famiglia».
L'avvento del fair play finanziario rischia di rivoluzionare il mondo del
calcio e la Juve vuole evitare brutte sorprese. «Le direttive Uefa -
analizza Elkann - impongono un equilibrio tra il livello sportivo e quello
economico. Ecco perché bisogna evitare i fuochi di paglia, come quelli della
Roma o del Torino dove le proprietà assicurano risorse solo per un tempo
determinato». Per Cairo una provocazione, dal punto di vista di Elkann
un'analisi condotta da un osservatorio privilegiato. «Il Toro è una squadra
che conosciamo bene, avendo visto le sue vicissitudini legate a un continuo
cambiamento di proprietà, a una continua difficoltà a reperire le risorse, a
una dipendenza dal mecenatismo. La verità è che non c'è miglior garanzia di
stabilità se non quella di chi veramente ha a cuore il futuro delle
squadre».
Il settimo posto in campionato, la (probabile) mancata qualificazione in
Champions per il secondo anno consecutivo e l'eliminazione precoce in Europa
League sono tutte sofferenze per il nipote dell'Avvocato. Anche se la fede è
intatta: «Ho grande fiducia e ora noi tutti dobbiamo stare vicino alla Juve
per sostenerla. La stagione è legata a quelli che sono stati i cambiamenti e
quando una squadra è ancora giovane, è difficile che sia compatta come
quando è più rodata». La parola d'ordine è continuità: «È quello che ci
aspettiamo e deve verificarsi nei prossimi campionati. Nello spogliatoio
vediamo un gruppo che, dopo tanti innesti, sta imparando a conoscersi:
adesso dobbiamo lavorare e costruire su queste basi».
I tifosi chiedono da tempo a gran voce l'esonero di Del Neri, mentre lo
spogliatoio difende pubblicamente l'allenatore (vedi Buffon) e i dirigenti
stanno sondando i potenziali sostituti. In questo quadro complicato, Elkann
si appella alla stabilità senza chiarire il futuro dell'attuale tecnico («Su
di lui non mi pronuncio»). «Abbiamo messo competenze forti nel comparto
sportivo della società e dobbiamo guardare agli obiettivi di lungo termine.
Sicuramente ridiscutere tutto ogni volta, rende più difficile costruire e
creare il futuro». Morale, Marotta e Paratici non si discutono: starà a loro
risolvere il rebus panchina.
Il rinnovo del capitano è imminente e nonostante vada nella direzione
opposta al proposito di costruire una Juve «più giovane», il messaggio della
proprietà non si presta a equivoci. Il giocatore simbolo degli ultimi 15
anni battezzerà il nuovo stadio. «Del Piero ha fatto un campionato molto
buono ed è in grado di guidare i giovani. È comunque importante iniziare un
processo di rinnovamento, come già successo quest'anno».
Il piano per recuperare consensi ed ottenere nuove risorse economiche passa
necessariamente dall'inaugurazione del nuovo stadio. «Un luogo fisico per
avere un rapporto diretto con la squadra - spiega Elkann agli azionisti Exor
- e una grande opportunità per coinvolgere maggiormente i nostri tifosi
anche attraverso il museo e le altre attività. Se guardiamo a società come
il Bayern e il Barcellona, ci rendiamo conto che una delle chiavi del loro
successo è il legame con i tifosi e il territorio». Paradossalmente la
dimensione nazionale della Juve costringe in qualche modo a recuperare quel
legame, non sempre solidissimo. «Senza dimenticare che la Juve già quotata
in Borsa può contare su 50 mila tifosi-azionisti che partecipano alla vita
aziendale». Un bacino che la proprietà bianconera si auspica possa ancora
crescere.
Elkann non dimentica il capitolo Calciopoli. «Dell'esposto al procuratore
Palazzi abbiamo parlato tantissime volte, ma è importante essere chiari e
dare la percezione che tutti siano trattati allo stesso modo». Senza
indugiare sulla Juve che fu: «I miei sentimenti sono legati alle cose che
faremo in futuro. Non ho nessun tipo di attitudine nostalgica».
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